La tecnologia promuove l’agopuntura

Dalla depressione al mal di schiena si moltiplicano gli utilizzi dell'antica terapia cinese sempre più praticata anche in Occidente, l'agopuntura. La tecnologia moderna ne dimostra e misura i benefici.

La risonanza magnetica evidenzia l'attivazione delle aree del cervello legate alla percezione del dolore e l'ecografia doppler misura l'aumento del flusso sanguigno confermando come la pratica orientale produca risultati ben visibili. Non ha più senso quindi parlare di scontro ideologico fra chi ci crede e chi no; ora si cerca di capire le ragioni degli effetti benefici. Ieri il Wall Street Journal ha pubblicato un'inchiesta a riguardo.

Nelle università di Bologna, Roma, Firenze, Milano e Brescia si organizzano seminari di agopuntura e medicina tradizionale cinese. Secondo i dati Istat sono soprattutto i pazienti laureati a farsi curare con l'agopuntura, la medicina tradizionale deve chiedersi il perché e andare a fondo nella conoscenza di questa pratica.

All'inizio di febbraio i ricercatori dell'università di Stanford al congresso della Società americana per la medicina materno-fetale hanno presentato i loro risultati sull'effetto benefico di questa pratica per alleviare la depressione che colpisce alcune donne in gravidanza. E sempre il 4 febbraio sulla rivista Brain Research è stata pubblicata una ricerca dell'università inglese di York.

Come molti altri studi in precedenza, gli scienziati hanno osservato che l'applicazione degli aghi riduce l'attività delle aree cerebrali su cui ricadono gli stimoli dolorosi.

Studi di questo tipo sul cervello vanno avanti ormai da una decina di anni. E anche se il meccanismo esatto attraverso cui l'agopuntura agisce non è ancora stato descritto nei dettagli, le conferme sulla sua efficacia hanno spinto l'anno scorso il "National institute for health" britannico a inserire la pratica orientale fra i trattamenti consigliati ai pazienti con mal di schiena (ma solo in seconda battuta, quando farmaci o altre terapie consigliate dai medici non sono riuscite ad alleviare il dolore. Notizia tratta da eDott.it

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