05/02/09 - L’agopuntura è utilizzata in gravidanza per favorire il rivolgimento del feto in posizione podalica.
Il metodo deriva dalla medicina tradizionale cinese. Ma cerchiamo di capire se questo metodo è veramente utile e quali sono le eventuali controindicazioni. Ne parliamo con il professor Francesco Cardini, agopuntore e ginecologo e consulente dell’Istituto superiore di Sanità.
Come viene utilizzata l’agopuntura nei casi di malposizione fetale?
“Il metodo usato tradizionalmente in Cina è la moxibustione, una tecnica derivata dall’agopuntura che consiste nella stimolazione dei punti mediante calore. Come fonte di calore viene generalmente usato un bastoncino di artemisia. Per correggere la presentazione podalica viene stimolato un punto situato sul 5° dito del piede. Questo trattamento può essere insegnato dal medico agopuntore o dall’ostetrica alla donna che lo eseguirà al proprio domicilio. L’insegnamento della tecnica richiede competenza e tempo. L’apprendimento e l’esecuzione del trattamento a domicilio richiedono attenzione e tempo”.
Quando bisogna intervenire?
“In caso di prima gravidanza il periodo più indicato è 32-33 settimane. Nelle gravidanze successive alla prima il periodo migliore è 34-35 settimane. Non ha senso che il trattamento venga proposto in periodi della gravidanza più precoci, perchè bisogna lasciare al feto il tempo di girarsi da sè (il 96% dei feti lo fanno). Non ha senso proporlo dopo 36 settimane, perchè la stimolazione diventa poco o per nulla efficace. Nelle ultime tre settimane della gravidanza si può ricorrere invece al rivolgimento per manovre esterne, che va eseguito da mani esperte, sotto controllo ecografico, in ospedale”.
Come funziona il procedimento? Cosa succede al feto durante il trattamento?
“Sembra che il trattamento sia in grado di provocare un aumento dei movimenti fetali. Ciò renderebbe più probabile la versione a testa in giù. Se esistono impedimenti alla rotazione, questa non viene forzata in nessun modo e il feto semplicemente non si gira”.
Quante sono le percentuali di successo del trattamento?
Dove si può ricevere questo tipo di cura?
“Il trattamento con moxibustione può aumentare del 25% circa la probabilità di versione cefalica. In altri termini, stimolando 100 donne in prima gravidanza a 32-33 settimane, si sono ottenute 75 versioni cefaliche. In 100 donne non stimolate si sono osservate invece solo 47 versioni cefaliche. Bisogna tenere conto che questi dati sono stati ottenuti in Cina e, a tutt’oggi, non sono stati riprodotti in Italia. Di conseguenza, nel nostro paese questa tecnica è ancora oggetto di studio. Per avere informazioni ed eventualmente apprendere le modalità del trattamento bisogna rivolgersi a medici agopuntori esperti in ostetricia o ad ostetriche esperte di moxibustione”.
Ci sono rischi per la mamma o il feto?
“Dagli studi fin qui condotti si può dedurre che la moxibustione è una tecnica sicura. Non deve essere eseguita da donne con minaccia di parto pretermine, dato che le contrazioni uterine potrebbero aumentare. Non ha senso che venga proposta a donne per le quali sia programmato il taglio cesareo per motivi che non siano la presentazione podalica”.
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Articolo di Valeria Pini tratto da Kataweb Blog - Benessere Verde
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